Se
mi riscoprissi un giorno
a carezzare,
vivo,
il pelo di un felino
non addomesticato
dalla verga
sociale,
che miete silente
vittime femminee…
Magari
quel felino
gradirebbe il mio tocco
sincero,
la mia vena selvaggia,
fiera, come lui.
Potrebbe,
sua sponte, illustrarmi
del possibile,
la via intentata;
narrarmi
storie fiabesche
di tigri così vecchie
da oltrepassare
intatte l’oltraggio.
Io allora
diventerei sabbia
che si lascia sollevare
dal vento
della bufera;
spuma,
del mare di Venere,
figlia del seme di Giove;
evasa
dal giudizio divino,
sarei polvere di stelle.
Dea nel mio mondo,
nel tuo sogno.
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